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JACQUES.

In Valsesia il fiume è onnipresente. Lo senti tutto il giorno. A qualsiasi ora. Ovunque.

Jacques é nel fiume, sul suo kayak. Si muove dolcemente tra i flutti. La corrente non é sempre prevedibile, ma lui sembra così naturalmente a suo agio. Pagaia con eleganza, danza con il fiume, al suo stesso ritmo. Ne segue l’intensità, le curve, le pendenze, dà e rilascia energia.

É completamente nel suo elemento. Ne è parte.

Quando esce dal Sesia dopo una lezione, kayak sulle spalle e sorriso sulle labbra, Jacques emana serenità. E’ così piacevole trovarsi di fronte a qualcuno che ha trovato il suo ruolo, il suo spazio, la sua missione sulla Terra.


Tutto ha un senso: il Sesia, che nasce dal ghiacciaio del Monte Rosa e scorre rapidissimo lungo la valle alla quale dà il nome, è il fiume in cui Jacques ha imparato a pagaiare. É stato suo padre a metterlo su un kayak all’età di tre anni. Da quel momento in poi, camminare per terra e scivolare tra le correnti sono diventate la stessa cosa. E la Val Sesia, nel corso degli anni, è diventata casa.


Ora tutto ha un senso, e quando guardo Jacques ritornare alla sua scuola di kayak, aperta con i suoi migliori amici a Mollia, vedo tutti i pezzi del puzzle al loro posto. Tutto è in armonia.

Ma non sempre è stato così, e se oggi percepisco questa serenità, è perché di acqua, nel Sesia, ne è passata, e l’acqua ed il tempo hanno scavato e modellato la vita di Jacques, fino a portarlo a realizzare il sogno.


Jacques Gilardone é nato a Milano, nel 1989, e durante e dopo gli studi in comunicazione ha dedicato la sua vita al kayak e allo snowboard, viaggiando in tutto il mondo per navigare le acque dei fiumi più impetuosi e selvaggi: Norvegia, Colombia, Cile, Africa, Australia… ma la Valsesia è sempre stata la base alla quale tornare, ogni inverno ed ogni estate, prima con la famiglia, e poi con gli amici, la seconda famiglia, con tutta la comunità di giovani e meno giovani che vive in questa valle.


La Valsesia è considerata una delle valli più verdi d’Italia. È una valle ancora molto selvaggia, che sprigiona un’energia magica: la si sente e si respira tra i suoi alberi, sulle montagne e nel fiume. Questa energia vibra anche nelle persone che vivono in Valsesia, perché ci sono nate o perché ci sono arrivate per condividere uno stile di vita più legato alla natura, ai suoi ritmi e alla sua semplicità.

Lunghi e numerosi viaggi ed esperienze in mondi lontani da qui, non hanno fatto altro che rafforzare l’idea che Campertogno e la Valsesia fossero casa, per Jacques. Anno dopo anno le radici che profondamente lo legavano a questo luogo magico si sono irrobustite, fino a convincerlo a investire e vivere qui per il resto della sua vita.

Oggi lo guardo, a scuola, pronto a partire per la prossima lezione, entusiasta come sempre, per portare avanti la sua passione… e missione: cambiare il rapporto delle persone con il fiume.

Purtroppo molti considerano il fiume come qualcosa di pericoloso, quando in realtà è un elemento dal quale si può imparare tanto, nella vita, oltre che nello sport. Altri vedono il kayak come uno sport individuale, quando invece è il contrario: l’unica via d’uscita dal fiume, a volte, è la corda lanciata dal tuo compagno di discesa. E la tua vita é dunque nelle sue mani, creando delle relazioni che durano per sempre.

C’è tanto da imparare: lo osservo, con i suoi allievi, insegnare prima di tutto a leggere il fiume, a conoscerlo. Il kayak è davvero la capacità di muoversi sul fiume sfruttando il più possibile la corrente. É un lavoro di osservazione: una volta studiati e capiti i movimenti del fiume, bisogna poi trovarcisi dentro. Essere pronti. Davanti alle rapide più spaventose, Jacques ha passato ore ed ore, ad osservare, studiare, dormire, assorbirne l’energia, respirare, immaginare la linea da seguire.

Jacques parla di serenità e concentrazione. Di ascolto. Chiude gli occhi.

Quando sei dentro all’elemento, inglobato dall’acqua e dal fiume, vedi tutto da un punto di vista differente. Non c’è più la strada, non senti più i rumori del mondo, sei in un nuovo spazio. Sei immerso in un momento presente, con il vuoto nella testa. Sei dentro l’acqua, giochi con lei e tutto il resto viene sciacquato via.

Riapre gli occhi. Sorride. É fatta. Tutti sono pronti per entrare in acqua.

Non potrei trovare un’immagine migliore di felicità: svolgere l’attività che si ama, vivere in contatto costante con la natura, in una delle valli più selvagge rimaste in Italia, mi sembra la realizzazione più semplice e naturale per questo essere umano qui di fronte e me.

Questa valle, questa comunità, questo fiume, è realmente quello che rende Jacques unico, quello che lo fa sentire sé stesso e che lo rende quello che è oggi, felice, senza nessuno sforzo.

www.alpinridercenter.com

Testo di Sofia Parisi 

Video di Loïc Bailliard

Foto di Soren Rickards e Jean Hacquart

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